Ho tra le mani la lettera scritta dalle famiglie della tendopoli di Opera e mi sento sconfitto.
Sconfitto per l'immagine pessima che abbiamo dato di fronte a questa vicenda.
Siamo rimasti schiavi di un gruppo di razzisti, xenofobi, intolleranti, che hanno trovato in Borghezio ed esaltati, estremisti di destra incendiari e soprattutto gambe e braccia rubate all'agricoltura e alle curve degli stadi, i loro idoli, i loro portavoce.
Risultato siamo apparsi agli occhi di 70 rom delle bestie, degli animali.
Non curanti dei loro diritti basilari, delle loro necessità dei loro desideri di esseri umani abbiamo dato un esempio di civiltà occidentale e cattolica.
Abbiamo dimostrato in piccolo cosa stia diventando la nostra società e in questo caso non per colpa del nemico, dell'estraneo, del "barbaro" ma a causa di tutte quelle persone che vivono in comode case e con cui probabilmente da domani saremo costretti a guardare un film insieme al cinema, a condividere la fila al supermercato o i sedili del pullman al mattino.
Molti diranno: ma non eravamo pronti, noi non credevamo, la colpa è stata di chi non ha saputo e molte altre cazzate...
La verità???
E' una sola: stiamo perdendo ciò che in millenni avevamo conquistato, la ricchezza in cui nuotiamo ci sta rendendo sordi, ciechi e muti.
Mi sento tradito oggi, mi sento colpevole ma sono speranzoso.
Ho avuto la possibilità in queste settimane grazie a queste famiglie Rom di sperimentare la famiglia e soprattutto nuovi modi di concepire il tempo e lo spazio.
Queste famiglie ripartiranno da domani e sapranno ancora, come da secoli fanno, sorridere ai loro figli, accudirli e curarli riparandoli dal freddo che patiranno in un ennesimo campo perchè non voluti, perchè disprezzati.
Ha detto Emir kusturica parlando dei rom che "sono un popolo che ha una capacità unica di fare festa, di gioire e talvolta far convivere la gioia con la tragedia quotidiana".
Speravamo di poter vivere con loro domani questo momento con un pranzo, ma non è stato possibile perchè noi uomini di cultura, portatori di civiltà e democrazia non ne siamo stati capaci.
Qualcuno questa sera farà festa e qualcuno dovrà ripartire ancora con i pochi stracci lasciando quelle piccole relazioni che si erano create... Ma chi davvero avrà vinto e chi davvero avrà perso???
Io faccio fatica come sempre a capire e dopo questa triste vicenda ad Opera meno che mai.
Milano, 10 Febbraio 2007
Siamo il gruppo di persone, uomini, donne, bambini che da mesi vivono nelle tende ad Opera in una situazione d’emergenza, con un presidio di gente che non ci vuole, con la polizia che è sempre all’entrata del campo. Non ce la facciamo più.
Soprattutto i nostri bambini hanno paura. Per questo non vogliamo più stare neanche un’ora in più perché siamo stanchi. Ci sentiamo offesi e siamo offesi continuamente. Soprattutto la presenza del presidio, della polizia, che dovrebbe garantire la nostra sicurezza continua a far emergere un’immagine brutta di noi. E’ completamente sbagliata e per questo vogliamo, con questo gesto, dire basta.
Non siamo gente che ruba, che offende. Vogliamo vivere tranquillamente con le nostre famiglie, con i figli piccoli, quelli che vanno a scuola. Abbiamo detto e scritto i nostri impegni, stiamo attendendo pazientemente una soluzione più dignitosa. Vogliamo dire con questo gesto che siamo noi, soprattutto i nostri bambini, ad aver paura.
Quando passiamo al presidio noi salutiamo sempre, ma loro ci trattano male. Passiamo ogni giorno attraverso cartelli che ci offendono. Siamo persone come voi e molti, anche cittadini di Opera, lo possono affermare. Ora non abbiamo più il coraggio di uscire dopo le 17 per prendere da mangiare. Chi viene a trovarci, deve essere riconosciuto dalla polizia, spesso non passa. Ma perché? Avevamo detto che saremmo rimasti quel gruppo e cosi’ è. Siamo intimiditi ed impauriti. Non ce la facciamo più.
Ringraziamo il sindaco, chi lo sostiene, la parrocchia che ci ha dato fiducia, tutti quanti, volontari e cittadini, Casa della Carità soprattutto che ci state vicini.
Confidiamo ancora in una soluzione che ci permetta di vivere in modo dignitoso.Alcuni di noi stanno cercando casa lavorando, altri chiedono un’ospitalità temporanea in attesa di abitare in modo dignitoso come c’è stato promesso. I nostri bambini però non ce la fanno più. Vi ringraziamo e porgiamo i nostri saluti
LE FAMIGLIE DELLA TENDOPOLI DI OPERA
Questa era le lettera integrale scritta dalle famiglie, ma prima di lasciarvi vorrei però salutarvi alla maniera di Edward R. Murrow della CBS, egli era solito salutare i suoi ascoltatori con la celebre frase: "GOOD NIGHT AND GOOD LUCK".